Qualche giorno fa scopriamo per caso la presenza della Valle di Ait Bouguemez detta la “valle delle persone felici”, la cui strada R302 sembra essere stata asfaltata in tempi recenti. Trovandosi poco a sud di una delle nostre mete di oggi, programmiamo un percorso per attraversarla. Lasciamo con comodo alle 9.30 Marrakech, che sinora è stata la città meno brutta vista sinora anche se talmente turistica da sembrare un set cinematografico. Sicuramente a Fez e Agadir non metterò più piede… ops gomme. Come ad ogni partenza si ripete il solito cliché: temperatura sui 21 gradi che in poche ore viaggiando nell’entroterra diventano 27. Salutiamo Marrakech attraversando lo sterminato Palazzo Reale per gentile concessione di un poliziotto visto che la strada era chiusa al traffico. Percorriamo una statale monotona sino al bivio per la R208 poco dopo Tamelet. Attraversiamo una pianura coltivata ad uliveti per decine e decine di km. Ogni tanto appaiono dei piccoli frantoi sulla strada e negozi che vendono olive in salamoia.
Le montagne si avvicinano e con esse le famose Cascate di Ouzoud, le più alte di tutto il nord Africa. Dopo un po’ di curve arriviamo finalmente a Ouzoud e… giudicate voi
Dopo aver lasciato le moto parcheggiate nei soliti parcheggi custoditi (stavolta dopo contrattazione abbiamo spuntato 5dh a moto anziché 10dh : vittoria!)…
… ci cambiamo: vista la discesa e il percorso a piedi di 1h30m è impensabile scendere vestiti da viaggio. Pantaloncini e scarpette sono fondamentali. Lasciamo casco, giacca e pantaloni abbandonati sulla moto certi che nessuno toccherà nulla (e così sarà). 1h e mezza di cammino circolare ci regala delle immagini che non dimenticheremo facilmente. Ma che sudata! Ripartiamo alle 14.30 alla volta del ponte naturale di Imi n’Ifri posto poco dopo Demnate (dove ci fermiamo per un thè alla menta: ormai è un rito quotidiano). Non esistono indicazioni chiare del ponte. Ci fermiamo nei pressi e i locali ci dicono che ci siamo sopra ahah. Due piccoli cancelli in metallo delimitano la discesa e il percorso circolare. La visita dura circa 40 minuti ma ne vale la pena. Ci sono dei comodi gradini e sul fondo un facile sentiero: si scende da un lato, si attraversa la caverna (e sopra scorre la strada) e si risale dall’altro lato.
Ormai si è fatto tardi, sono le 17.00 e abbiamo ancora 80km di strada per arrivare a destinazione in una struttura prenotata a mezzogiorno con Booking. La R302 in direzione Ait Bilal si rivela uno stretto nastro di asfalto ma in buone condizioni.
La particolarità della R302 è una sorta di macchina del tempo: in pochi secondi ci troviamo catapultati in un Marocco rurale, dove la gente si sposta solo con l’asino, i bambini vendendoci arrivare ci offrono uva e prugne e la strada è usata per le greggi. I paesaggi sono mozzafiato con colori che cambiano in continuazione e saturi come non mai. Purtroppo la strada continua a peggiorare e ad ogni curva l’asfalto scompare coperto da detriti e terra trasportata dalla pioggia. Non andiamo oltre i 40 km/h anche se senza particolari problemi : basta andare piano e si va dappertutto.
Impieghiamo 2 ore per percorrere gli 80 Km che ci separano dalla Kasbah Ait Bouguemez. Arriviamo alle 19.00 stanchi ma felici : abbiamo percorso una delle più belle strade mai fatte nella nostra vita. Il simpatico oste ci stava aspettando perché nella struttura ci sono anche 4 svizzeri (trekking) e stavano aspettando noi per cenare. Il posto si rivela una piccola perla, tenuto benissimo, pulitissimo e abbiamo fatto forse la migliore cena da quando siamo in Marocco. Peccato che non sia sulla strada ma bisogna percorrere 20mt di uno stretto sentiero. Con le moto ce l’abbiamo fatta a mala pena. Coordinate GPS 31.6407N 6.4801WK
Km 310