La risposta alla precedente domanda “e ora che faccio?” è “provo ad allevarla in cattività” giusto per vedere cosa succede.
C’è da dire che io con le mantidi ho un pessimo rapporto: quando ero piccolo una grossa mantide a cui mi ero avvicinato mi aveva attaccato in modo molto aggressivo pungendomi un dito: ecco un bell’esempio di trauma infantile.
Inizia una raccolta di informazioni sul web per cercare di capire cosa fare. Su Facebook trovo il gruppo Amici di Mantidi e l’amministratore William Di Pietro mi fornisce i primi preziosi consigli.
LA SCATOLA: deve essere alta circa 2-3 volte la lunghezza della mantide la quale sta perennemente attaccata in alto al ‘soffitto’. La scatola deve presentare delle feritorie in alto e sui lati in modo da garantire una buona areazione.
Veloce corsa al Leroy Merlin più vicino e compro una scatoletta di plastica trasparente con coperchio alta 14cm: la mantide è piccola e per il momento va più che bene (sono sconsigliate scatole troppo grosse in rapporto alla dimensione della mantide: non troverebbero il cibo che gli foniremo).

Libero la mantide al suo interno e chiudo il tutto con una retina che avevo conservato.




Domani vedremo di migliorare il tutto e cosa più importante … IL CIBO !