Sul mercato da anni sono presenti aggeggi più o meno fantasiosi per ottenere un “cruise control” meccanico, ossia la possibilità di bloccare la manopola dell’acceleratore in una data posizione.
Le motivazioni per l’adozione o meno di un simile sistema sono varie. Nel mio caso soffro della sindrome dell’avambraccio da motociclista: dopo 32 anni di moto i muscoli dell’avambraccio destro sono ipertrofici e se guido per più di 30′ in autostrada (i muscoli sono più “grossi” del normale e in contrazione comprimono i fasci tendinei e nervosi) mi si addormenta completamente la mano e il braccio. Durante la guida nel misto nessun problema. Ma l’autostrada mi uccide e quindi DEVO trovare una soluzione che non sia chirurgica (vi ricordate Freddie Spencer ? Più o meno la stessa cosa).
La nostra Tigrotta è equipaggiata da un sistema meccanico: la manopola dell’acceleratore tira un cavetto di acciaio il quale va ad agire meccanicamente sull’apertura delle farfalle. Quindi un “cruise control” deve essere necessariamente di tipo meccanico andando a bloccare questo sistema da qualche parte.
Diverso discorso per alcune moto moderne che sono dotate di sistemi “ride-by-wire” ossia la manopola dell’acceleratore agisce su un potenziometro. Il suo valore viene costantemente letto dalla centralina elettronica la quale poi in base ai suoi algoritmi va pilotare un motore elettrico che fa aprire le farfalle. E’ intuibile che questa tecnologia si presta benissimo ad un “cruise control” totalmente elettronico come mi risulta sia equipaggiata la Tiger Explorer 1200.
Tornando alla nostra Tigrotta i sistemi di blocco meccanico della manopola sono di diverse tipologie:
– una leva posta all’estremita della manopola per cui appoggiando il palmo della mano permette di tenere aperto il gas senza stringere la manopola stessa
– sistemi di frizione meccanici più o meno intelligenti che, una volta regolati, permetteno uno sgancio rapido del sistema stessa andando a dare un colpetto all’acceleratore. Ecco un esempio della Kaoko (dal folle costo di 120 USD !!) :
– banale O-Ring in gomma inserito tra la gomma della manopola e il contrappeso
Va da sè che gli ultimi due sistemi permettono di togliere completamente la mano dalla manopola ma non so perchè questa cosa, comodissima, non mi piace per nulla. La considero pericolosa.
Per cui anche nelle mie precedenti moto ho adottato il primo sistema: una leva che mi permette di tenere aperto il gas per lunghi tratti senza necessariamente dover stringere la manopola e quindi i muscoli dell’avambraccio non sono contratti. L’anno scorso sulla mia Yamaha FZ1 con lo stesso sistema ho percorso 650 Km non stop tutti in autostrada senza il minimo problema.
Per chi non vuole comprare su eBay la leva in plastica (cercate su eBay con “triumph tiger cruise control”), ecco come autocostruirsela con pochissimi euro.
Materiale necessario:
– piattina di alluminio 20mm x 1.5mm lunga circa 30 cm.
– (opzionale) guaina termorestringente da elettricista larga 25 mm
Attorno alla manopola del gas sagomo ad “U” la piattina in alluminio (tagliando l’eccedenza) ottenendo questa forma (tempo: 5 minuti)
La ricopro con il termorestingente il quale sarà di molto aiuto perchè avremo un attrito gomma-gomma e la leva rimarrà meglio in sede
Una fascettina da elettricista andrà a stringere la “U” bloccando la leva sulla manopola. Andrà solo scoperta la giusta angolazione che permetterà di avere la velocità desiderata (es. 130 Km/h) appoggiandoci la mano sopra.
Il sistema non è perfetto: può dare fastidio a chi ha la mano molto grossa, a chi fa poca autostrada e molto misto…
Io personalmente lo uso solo quando devo alcuni centinaia di Km in autostrada (tappe di trasferimento). Poi lo tolgo tagliando la fascetta e lo rimetto quando devo tornare a casa. Per questo mi porto sempre dietro alcune fascette da elettricista (che fanno sempre comodo !)